Nelle regioni più centrali, Toscana, Umbria, Marche e Lazio, ci sono 25 Its Academy, il 19,5% per cento delle 128 fondazioni attive in Italia
Dalle tecnologie immersive alla fabbrica intelligente. Passando per metaverso, realtà virtuale, cybersecurity, gaming. Gli Its Academy non solo formano i “talenti” di Industria 4.0, confermandosi veri e propri passepartout per il lavoro (tasso d’occupazione dei neo diplomati tra l’80 e il 90% anche durante gli anni più duri della pandemia), ma sempre più si stanno affermando anche come “fucine” di innovazione, alla luce anche della triplice rivoluzione in atto (4.0, digitale, verde).
Alcuni esempi li raccontiamo in questa pagina: dai corsi in meccatronica “spinta” partiti all’Its Meccatronico del Lazio (100% tasso di placement) al nuovissimo percorso in «Food Sustainability», appena partito a Bologna, e messo in pista dall’Its Tech&Food di Parma, i cui ragazzi sono già richiesti dalle imprese. Ma tra le iniziative all’avanguardia c’è anche il progetto «Olive X-Ray», recentamente citato al Job&Orienta di Verona, dell’Its per nuove tecnologie per il made in Italy nel comparto agroalimentare di Viterbo, un radiografo telescopico portatile per il monitoraggio dell’infestazione della mosca olearia. Alimentato a batteria e collegato ad un software di riconoscimento immagini, fornisce dati georeferenziati in tempo reale sulla percentuale di larve di mosca olearia all’interno delle olive, permettendo così piani mirati di intervento. E se in Toscana vanno forte le innovazioni nel settore tessile-moda-calzatura, anche in chiave “green”, a Roma, l’Its Lazio Digital sforna “super tecnici” nell’area delle tecnologie dell’informazione e comunicazione, legate a Industria 4.0. A ottobre sono partiti 4 corsi da 28 studenti ciascuno. «Il primo corso – ci racconta il presidente Euclide Della Vista – è in cybersecurity, e prepara esperti in sicurezza informatica di dati e infrastrutture aziendali. Il secondo corso è in game developer, cioè esperto in sviluppo di videogiochi. Gli altri due corsi riguardano sviluppatori software developer 4.0 e cloud developer, per implementare servizi che consentono alle imprese di innovare e supportare soluzioni It aziendali. Le selezioni sono state svolte da Hr aziendali, quindi questi ragazzi hanno tutti praticamente il contratto di lavoro già in mano».
Nelle quattro regioni più centrali (Toscana, Umbria, Marche, Lazio) ci sono a oggi 25 Its Academy, il 19,5% per cento delle 128 Fondazioni attive in Italia. In tutto gli Its Academy sono frequentati da circa 20mila ragazzi; un numero destinato almeno a raddoppiare grazie ai fondi Pnrr (1,5 miliardi totali, di cui i primi 500 milioni in arrivo) e la nuova riforma che sdogana, una volta per tutte, lo stretto legame tra formazione-imprese-territorio di riferimento.
«Con un mismatch e un tasso di disoccupazione giovanile, entrambi elevati, è fondamentale rilanciare tutta la filiera dell’istruzione tecnica, dagli istituti tecnici agli Its Academy – ha sottolineato Gianni Brugnoli, vice presidente di Confindustria per il Capitale umano -. Il Pnrr ci offre una grande opportunità. Abbiamo norme e risorse, adesso si deve correre nell’emanare i provvedimenti attuativi e dare quanto prima risposte e un futuro ai nostri giovani».
La chiave di successo degli Its Academy è la forte spinta “pratica” dei percorsi, che vengono co-progettati con le aziende, con l’elevato numero di ore “on the job” e di docenti provenienti dal tessuto produttivo. Negli anni gli Its Academy si sono poi sempre più contraddistinti come leve dell’innovazione e del cambiamento e oggi, sottolinea Antonella Zuccaro, prima ricercatrice Indire, e coordinatrice del monitoraggio sugli Its, «si praticano attività didattiche innovative, gli studenti apprendono con le tecnologie, perché hanno attrezzature tecnologicamente avanzate e una organizzazione agile che lo consente. In tal modo gli Its si confermano come un sistema sempre più dinamico, connesso con le filiere produttive, contribuendo al tessuto produttivo con risposte concrete ai fabbisogni formativi delle imprese, accompagnando cosi le aziende nella transizione digitale». Nel 66,9% dei percorsi osservati da Indire è stata utilizzata almeno una tecnologia abilitante 4.0, di questi il 74% ne utilizza più di una. La più utilizzata è la Simulation (38,5%), simulazione tra macchine interconnesse per ottimizzare i processi, prevalentemente utilizzata dal sistema meccanica. Segue la tecnologia del Cloud (37,3%), utilizzato, anche nella meccanica, anche nell’efficienza energetica e nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Anche l’uso dei Big data analytics (31,9%) è significativo.
Fonte: www.ilsole24ore.com