Versoilvialibera. Il 60% dei docenti dalle aziende, 35% delle ore ditirocinio La presidenza a un imprenditore e nuova direzione generale al ministero.
È indirittura d’arrivo la prima riforma del pacchetto Istruzione contenuto nel Pnrr che riguarda gli Istituti tecnici superiori, in Italia l’unico canale di formazione terziaria professionalizzante alternativo all’università. Dopo la pausa forzata relati va all’elezione del Capo dello Stato, la commissione Istruzione del Senato è pronta all’ultimo miglio, con l’esame, già a partire dalla settimana entrante, degli emendamenti al provvedimento. L’approdo in Aula è atteso tra una quindicina di giorni, il testo dovrà poi tornare alla Camera per il via libera finale che si annuncia rapidissimo, fine febbraio massimo inizio marzo, visto l’accordo ormai raggiunto tra governo e maggioranza.
Finanziamenti stabili
Dopo settimane di confronto, è stata raggiunta l’intesa su un pacchetto di modifiche migliorative alla riforma.
Finisce l’era dei bandi annuali. D’ora in avanti, i finanziamenti agli Its (la riforma fa nascere un fondo ordinario, 68 milioni quest’anno, 48 a decorrere dal 2023) avranno «carattere di stabilità» legati ad una programmazione triennale dell’offerta formativa. Stop poi alla proliferazione delle Fondazioni Its: le nuove, cospicue e aggiuntive, risorse in arrivo con il Pnrr, 1,5 miliardi nei prossimi 5 anni {la prima tranche entro giugno) dovranno andare ad incrementare il numero di percorsi formativi, e quindi a vantaggio degli studenti(e non distribuiti a pioggia).
Ruolo centrale per le imprese
Le imprese poi saranno perno degli Its. Almeno sotto quattro punti di vista
Primo: la docenza dovrà arrivare «per almeno il 60% del monte ore complessivo» dal mondo del lavoro.
Secondo: stage e tirocini aziendali, quindi “pratica sul campo”, dovranno rappresentare «almeno il 35%» della durata del percorso, e potranno essere svolti anche all’estero e sostenuti da adeguate borse di studio.
Terzo: la presidenza della Fondazione Its è, di norma, «espressione delle imprese fondatrici e partecipanti» (gli lts a guida imprenditoriale sono da sempre i più performanti, come certifica il monitoraggio annuale Indire).
E quarto: per le aziende che investono negli Its è previsto un credito d’imposta del 30%,che sale al 60% se l’erogazione è fatta nelle province con maggior tasso di disoccupazione.
Più orientamento e lavoro
Con la riforma, poi, gli its “abbelliscono” il nome, si chiameranno lts Academy {il termine Academy richiama il ruolo dei centri di innovazione e di ricerca delle aziende) e saranno il fiore all’occhiello formativo nelle aree tecnologiche più rilevanti per la nostra manifattura made in Italy, e in linea con 4.0 e Pnrr. «Con la riforma degli Its -ha sottolineato al Sole 24 Ore il ministro dell’lstruzione, Patrizio Bianchi -puntiamo a creare una cornice nazionale che li inserisca pienamente nel nostro sistema d’istruzione. Sonoistituti che hanno dimostrato le loro potenzialità e capacità ma restano ancora poco conosciuti da studenti e famiglie. La riforma rende il sistema più solido dando gli un ancoraggio stabile, mantenendo la caratteristica cli flessibilità e articolazione sul territorio. Un’offerta mi gliore, orientata anche ai nuovi fabbisogni formativi richiesti dalla transizione verde e da quella digitale, determinante per far crescere il numero delle studentesse e degli studenti iscritti». Insomma, con la riforma degli Its, ha aggiunto Cristina Grieco, consigliera del ministro Bianchi per i rapporti con i territori, e che ha seguito passo passo il provvedimento in Parlamento – si messo a terra il primo step per il rilancio di tutta la filiera tecnico-professionale. Adesso avanti su orientamento e riforma degli istituti tecnici e professionali».
La delicata fase attuativa
Oggi gli Its sono 117, che ospitano 19mila studenti iscritti, e hanno un tasso di occupazione a 12mesi dal titolo dell’80%, con punte del 90-100% per gli Its più integrati con il sistema industriale. Si confermano percorsi a doppia uscita: di norma quinto livello Eqf se di durata biennale (4 semestri), e, per specifiche esigenze formative, di sesto livello Eqf se triennali {6semestri). La governance viene in parte snellita (molti emendamenti sono per can cellare il riferimento al coordinatore didattico proveniente dal mondo della scuola – una figura, in effetti, che rischia di ingessare l’Its) e resta la quota premiale di risorse al 30%. Confermato il meccanismo di controllo: se per tre anni si prende una pagella negativa scatta la revoca dell’accreditamento (e quindi della possibilità di rilasciare diplomi e ot tenere finanziamenti). Si apre poi agli Its multi regionali e multi settoriali; il rapporto con l’università (per le passerelle) dovrà essere disciplinato assieme agli atenei (e con le regioni – per tutti i provvedimenti attuativi è prevista l’intesa Stato-Regioni). Al Ministero dell’lstruzione dovrebbe essere inoltre creata una apposita direzione generale. La riforma, che prevede 18 decreti attuativi, raccoglie il consenso unanime della maggioranza, da Valentina Aprea {Fi) a Serse Soverini {Pd) a Gabriele Toccafondi (Fi), che in coro parlano di «importante passo avanti. E invitano, ora, a spendere bene i soldi per gli studenti».
Le imprese attendono di leggere il testo finale. Ma il primo commento è positivo: «Il confronto con Confindustria è stato utile – ha chiosato Gianni Brugnoli, vice presidente degli industriali per il Capitale umano-. Sia alla Camera, lo scorso luglio, sia ora in Senato, sono stati introdotti miglioramenti: si riconosce, con chiarezza, il ruolo nevralgico delle imprese nella formazione dei nostri ragazzi. Un le game solido scuola-lavoro è vincente per tutti, aziende, famiglie, giovani e Paese. Sono soddisfatto, e ringrazio il ministro Bianchi e il Parlamento, perché inizio a vedere un percorso di rilancio degli Its, partito 6annifa con il primo incremento delle risorse ordinarie. Attenzione ora a non abbassare la guardia nella fase attuativa: dobbiamo aumentare corsi e studenti, non Fondazioni e burocrazia».
Fonte: www.ilsole24ore.com