PENZA: AFFRONTARE CRITICITA’ PER SFRUTTARE AL MEGLIO LE POTENZIALITA’ DEGLI ITS

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L’Istituto ‘Ermete’ di Avellino alla terza edizione della Borsa Mediterranea Formazione Lavoro

Gli ITS sono sempre più oggetto dell’attenzione delle istituzioni e di chiunque, a vario titolo, sia chiamato ad occuparsi di istruzione, formazione e lavoro. Un dato, questo, che è scaturito non solo da diverse indicazioni che sono venute dall’Esecutivo Draghi e da alcuni provvedimenti da questo adottati, ma anche e soprattutto dall’elevata percentuale di diplomati che trovano un’occupazione dopo aver conseguito il diploma. Un dato che, anno dopo anno, viene puntualmente confermato dai diversi monitoraggi di cui sono oggetto gli istituti tecnici superiori. 

E proprio gli ITS sono stati protagonisti della Borsa Mediterranea Formazione e Lavoro, manifestazione ormai punto di riferimento non solo per il variegato mondo della Formazione professionale e dell’orientamento al lavoro in sé, ma anche per dinamiche e interazioni che coinvolgono sempre più università, aziende, istituzioni in una rapporto di interdipendenza e collaborazione sempre più intenso e articolato. La terza edizione della Borsa, che quest’anno si è tenuta a Salerno, ha ospitato un workshop che ha visto la presenza dell’assessore regionale all’istruzione, la professoressa Lucia Fortini, e tre dei nove ITS che sono presenti e operanti in Campania.

Per l’ITS Ermete era presente il direttore, Pasquale Penza, che nel suo intervento ha avuto modo di evidenziare non solo le caratteristiche di questi istituti che – è sempre bene ribadirlo – rilasciano un titolo di studio V livello eqf, ma anche alcune delle criticità che – si auspica – possano essere affrontate e risolte con l’approvazione di un disegno di legge attualmente in esame al Senato della Repubblica. 

“Il primo passo che le istituzioni devono compiere – ha sottolineato Penza nel suo intervento – è innanzitutto favorire una diffusione più capillare interna alle scuole secondarie e poi magari alle università, facendo chiarezza, una volta per tutte, che gli ITS completano l’offerta formativa attuando il sistema duale, impegnandosi a condividere il percorso con le imprese che poi dovranno accogliere lo studente e trasformarlo in una risorsa. Il PNRR parla molto chiaramente: bisogna che il mondo universitario, con le lauree professionalizzanti, si apra agli ITS e viceversa, con il reciproco riconoscimento dei crediti formativi.”

“Tale problema – ha aggiunto – potrebbe essere immediatamente risolto con l’approvazione del disegno di legge attualmente all’esame del Parlamento, definendo e adottando tabelle generali per il riconoscimento dei CFU, in deroga ai limiti attuali, per il conseguimento delle lauree professionalizzanti, così come definite dal ministro Manfredi con decreto 446 del febbraio 2020. Questa attività potrebbe contribuire, tra l’altro, a colmare il gap di laureati che ci distanzia dagli altri paesi europei: in Italia circa il 28% dei giovani con età inferiore ai 34 anni raggiunge la laurea contro il 41% della media europea.”

L’attenzione del Direttore di Ermete si è poi rivolta alle università che – ha evidenziato – “hanno la possibilità di governare i processi di permeabilità tra le due istituzioni per innalzare e specializzare le competenze e consentire un percorso di inserimento nel mercato produttivo.” 

“In subordine – ha sottolineato poi Penza – ma non meno fastidioso per le scelte dei giovani, si supererebbe un altro elemento ostativo legato ai desiderata delle famiglie che tendono a consigliare ai propri figli un percorso universitario, vista la durata biennale/triennale dell’istituto (in verità anche del livello EQF che si consegue), in luogo di un percorso ITS i cui diplomati non dispongono ancora della dignità di un titolo definito, pur opportuno per una precisa identificazione. In tal modo, la sinergia tra ITS e Università, già molto interessante, sarebbe esaltata sin dalla fase progettuale e continuerebbe senza confusione fino al raggiungimento degli obiettivi.”  

Altro fattore che limita l’affermazione degli ITS indicato da Penza nel suo intervento, è quello relativo alla scarsissima conoscenza degli addetti ai lavori operanti nella scuola secondaria che – secondo il direttore di Ermete – “dovrebbero informare i propri studenti delle possibilità che l’istruzione offre al termine della scuola secondaria, che dovrebbe essere il primo fornitore di allievi agli ITS. E’ necessaria, pertanto, una periodica informazione, “terza”, fino ad organizzare, insieme agli ITS, sessioni di orientamento almeno nelle classi quinte, prossime al diploma, quantomeno per offrire agli studenti un maggiore ventaglio di opportunità tra le quali scegliere nella fase post maturità. Anche in questo caso il PNRR interviene in maniera opportuna e decisa e, superando la soglia minima auspicabile, introduce per le classi quarta e quinta ben 30 ore di orientamento. Ciò con l’obiettivo di avvicinare l’allievo ad un ciclo di studi terziario ad egli più confacente, sia per vocazione che per volontà, ma – ha concluso Penza – senza pregiudicare eventuali futuri ripensamenti.”

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