Its Academy, ecco i nuovi diplomi che possono valere anche come lauree

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In Aula alla Camera la legge che riforma gli Istituti tecnici superiori, una delle priorità del Pnrr

Si chiameranno «Its Academy» si occuperanno della «formazione professionalizzante di tecnici superiori con elevate competenze» e daranno un diploma che, nel caso di corso triennale è equivalente a quello della laurea, nelle discipline che riguardano, i trasporti, l’edilizia, il turismo, il made in Italy, i servizi alle imprese, le tecnologie della vita e la transizione ecologica e l’Ict. Martedì, dopo un ultimo giro di limature del ministero dell’Economia, sarà votata alla Camera in prima lettura la legge che riformagli Its, istituti tecnici superiori e li trasforma in una vera e propria «seconda gamba» dell’istruzione terziaria a fianco dei diplomi universitari: si tratta di percorsi con almeno il 30 per cento di laboratori e tirocinii. Dopo tredici anni di esperimenti a livello locale, gli Its diventeranno – dopo l’approvazione anche da parte del Senato – una realtà nazionale, con regole uniformi, requisiti minimi e standard di qualità condivisi. E con un diploma che sarà valido per i concorsi pubblici e riconosciuto anche dal ministero dell’Istruzione. E’ del resto uno dei progetti che sono scritti nel Pnrr, e di cui il premier Mario Draghi aveva parlato nel suo discorso di insediamento. Lo scopo è quello di raddoppiare il numero degli iscritti che al momento non tocca i quindicimila.

L’approvazione

Questa volta la proposta non viene direttamente dal governo ma è frutto di un lavoro parlamentare che in parte era già stato fatto negli anni scorsi e che ha trovato fin qui l’accordo di tutti, anche dell’opposizione. E’ probabile che nel passaggio al Senato arrivino ulteriori ritocchi per rendere più stabili i finanziamenti – al di là dei fondi stanziati nel Pnrr che andranno fino al 2026 e sono di 1,5 miliardi – e più rigido il meccanismo di accreditamento. Così almeno chiede il ministero dell’Istruzione che presenterà alcuni emendamenti.

Le novità

Le novità principali della riforma, per dirle con le parole del relatore Gabriele Toccafondi (Iv), sono queste: l’introduzione dell’accreditamento iniziale e periodico (come avviene con i corsi universitari) come requisito per accedere ai finanziamenti; la revisione delle aree in cui operano gli Its; la ridefinizione della governance e dei requisiti dei docenti; la spendibilità del titolo di studio, l’orientamento e l’istituzione di un organismo di coordinamento nazionale per lo sviluppo degli Its. Senza dimenticare il meccanismo di ripartizione dei fondi. Uno dei temi più delicati – oltre alla ridefinizione delle aree in cui operano gli Its, che spazia come si è visto dal turismo alla meccatronica – è il rapporto con le regioni che hanno la formazione professionale come loro competenza esclusiva. Gli Its potranno essere solo e soltanto Fondazioni composte almeno da un Istituto tecnico e professionale della provincia; una struttura formativa accreditata dalla Regione; un’impresa che usi tecnologie dell’area di riferimento dell’Its; un dipartimento universitario o – e questa è una novità – un ente di ricerca pubblico o privato operante nell’area tecnologica di riferimento. Dovranno contribuire al patrimonio dell’Its e avere un’esperienza nel campo dell’innovazione.

Le regole nazionali

Un ruolo fondamentale è del ministero dell’Istruzione che dovrà controllare gli statuti, l’accreditamento nazionale, che può essere revocato se per tre anni almeno il 50 per cento dei corsi non rispetterà i requisiti minimi. Ma una novità fondamentale per gli studenti è che gli Its avranno due articolazioni: corsi di due anni (quattro semestri) e di tre anni (sei semestri). Questi ultimi – con almeno 3 mila ore di formazione – corrispondono «al sesto livello del quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente, che è quello delle lauree triennali. Un’altra novità è prevista per il passaggio tra i percorsi delle Its academy e i percorsi di laurea professionalizzante.

I fondi

La nuova legge si occupa anche dell’orientamento, cioè di pubblicizzare presso i ragazzi delle superiori i nuovi percorsi , e soprattutto della ripartizione del Fondo per la formazione professionalizzante. Dell’assegnazione dei finanziamenti – non alle regioni ma direttamente ai singoli Its – si occuperà il ministero dell’Istruzione ma intanto è prevista una quota da dividere in base alla popolazione giovanile delle regioni e al numero di diplomandi e diplomati Its e una parte del 30 per cento «premiale». «La commissione cultura della Camera, e spero a breve anche l’aula, ha votato all’unanimità un testo che non rivoluziona il sistema ma lo aiuta a crescere — ha detto il relatore Toccafondi —, rispondendo ai bisogni di nuove figure professionali, migliorando l’orientamento e la conoscenza dello strumento nonché la spendibilità del titolo di studio, mantenendo alta l’attenzione alla qualità dei percorsi, fondi premiali confermati e la novità dell’accreditamento e della sua possibile revoca. Ricordando che il governo Draghi tramite il Pnrr finanzierà con ulteriori 1.500 milioni nei prossimi 5 anni gli Its, che adesso si chiameranno Its Accademy».

FONTE: corriere.it

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